(Photo by Markus Spiske on Unsplash)

La parola sostenibilità sta entrando nel vocabolario delle aziende più avanzate. Mettere in atto azioni davvero orientate allo sviluppo sostenibile significa saper coniugare decise strategie aziendali con formazione, ricerca e sperimentazione di soluzioni innovative. Per questo, Stamplast ha avviato il proprio percorso dalla valutazione della performance ambientale.

Il management dell’azienda ha partecipato ad attività formative online e in presenza per approfondire le linee guida e aspetti tecnici della valutazione della performance ambientale. Come docenti, abbiamo coinvolto gli esperti di Green Decision nell’ambito della nostra collaborazione con l’Università Ca’ Foscari Venezia. Per condividere alcuni concetti chiave, abbiamo intervistato Lisa Pizzol, presidente e ceo di Green Decision.

Lisa Pizzol, presidente e ceo di Green Decision

Perché è importante per un’azienda la valutazione della propria performance ambientale?

“La valutazione della performance ambientale ci permette di evitare, ridurre e tenere sotto controllo gli impatti ambientali negativi causati dalla propria attività produttiva e sulla base di questa valutazione essere in grado di migliorare le proprie prestazioni ambientali. Nello specifico, la stima dell’impronta ambientale permetterà a Stamplast di comprendere quanto l’attività dell’azienda influisca sul fenomeno del cambiamento climatico e permetterà di verificare come si evolvono nel tempo le sue emissioni di gas climalteranti a seguito anche di eventuali misure di gestione delle emissioni, permettendo al contempo di generare benefici economici, come per esempio il risparmio di energia”.

L’urgenza di ridurre le emissioni climalteranti è emersa con sempre più forza nel dibattito pubblico. I Paesi hanno preso impegni e sono chiamati a rispettarli. I cittadini possono fare la loro parte con comportamenti attenti. Qual è il peso dell’industria manifatturiera in questo percorso di mitigazione? 

“L’urgenza di ridurre le emissioni climalteranti è ben evidenziata all’interno del Green Deal europeo, ovvero la nostra nuova strategia di crescita nell’UE che ha come obiettivo principale quello di limitare l’aumento del riscaldamento globale e di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. L’industria manifatturiera ha sicuramente un peso rilevante nel percorso di riduzione delle emissioni di gas serra in quanto, in Italia, contribuisce a circa il 14 % della produzione di gas serra. La spinta verso politiche ambientali più sostenibili ha prodotto una continua riduzione delle emissioni che, nel periodo 1990-2019, per questo settore, sono diminuite del 46.2% (dati ISPRA 2021)”. 

Nota un cambiamento nelle politiche aziendali?

“Inevitabilmente stiamo osservando un cambiamento delle politiche aziendali per adeguarsi alle pressioni dei decisori, ma anche di un’opinione pubblica sempre più attenta ai temi ambientali“.

La sostenibilità non riguarda solo l’ambiente, ma anche le risorse economiche e il benessere sociale. Tuttavia, tutti associamo alla sostenibilità il colore verde, il green. Ritiene che la sostenibilità ambientale in un certo senso includa anche le altre due dimensioni?

“Lo sviluppo sostenibile poggia su tre pilastri: ambientale, economico e sociale. La forte attenzione che viene data alle problematiche ambientali tende a spostare l’attenzione sul pilastro ambientale, forse perché si sente sempre più la necessità di tutelare il nostro pianeta in quanto fornitore di servizi indispensabili per la vita dell’uomo. Infatti, possiamo affermare che senza l’ambiente non potrebbe esistere la società, e senza la società non potrebbe esistere un sistema economico”.

Carbon footprint, cos’è e come si calcola?

“La Carbon footprint (CF) è una metodologia standardizzata dalle norme ISO 14064 e 14067 per la stima delle emissioni di gas a effetto serra associate direttamente o indirettamente ad un prodotto durante tutto il suo ciclo di vita, ad un’organizzazione o ad un servizio. La CF si misura in CO2 equivalente (anidride carbonica equivalente).

Nel calcolo della CF sono incluse le emissioni di tutti i gas ad effetto serra (dall’inglese GreenHouseGases – GHG) prodotte durante tutte le fasi della filiera a partire dall’estrazione delle materie prime, fino allo smaltimento dei rifiuti generati dal sistema stesso”.

Come si differenzia dal life cycle assessment?

“LCA è una metodologia oggettiva regolata dalle norme ISO 14040 – 14044 che calcola tutti gli impatti ambientali di un prodotto o di un servizio, lungo il suo intero ciclo di vita dall’estrazione della materia prima al suo smaltimento finale. L’LCA comprende diverse categorie di impatto ambientale quali per esempio, l’acidificazione delle acque, l’eutrofizzazione, la deplezione dello strato dell’ozono, l’esaurimento delle risorse minerarie e fossili, ecc. Tra queste categorie c’è anche il contributo al cambiamento climatico, ovvero l’aumento dell’effetto serra antropogenico (Global Warming Potential – 100 years), misurato sulla base della quantità di emissioni di CO²eq. In pratica, quindi, la carbon footprint è un aspetto specifico di un’analisi del ciclo di vita di un prodotto”. 

Cos’è la EU Plastic Strategy?

“La strategia sulla plastica è un elemento chiave della transizione dell’Unione Europea verso un’economia circolare e a emissioni zero. Nasce con l’intento di ridurre la dipendenza dalle fonti fossili spingendo per la creazione di un mercato interno all’UE delle plastiche riciclabili. Inoltre, l’intento della Strategia è di trasformare il modo in cui i prodotti in plastica sono progettati, prodotti, utilizzati e riciclati ponendo fin da subito la questione: questo articolo potrà essere recuperato? O riciclato? Questa strategia si pone anche l’importante obiettivo di ridurre al minimo la circolazione dei prodotti in plastica monouso che facilmente vengono rilasciati nell’ambiente causando tutti i problemi di cui siamo consapevoli”. 

Il team Stamplast con i formatori

Che ruolo giocano formazione e ricerca scientifica nello stimolare la progettazione di prodotti più sostenibili in tutto il loro ciclo di vita?

“Sono cruciali poiché forniscono gli strumenti necessari alle aziende per inserirsi nei vuoti di mercato o essere tra i primi players a guidare le tendenze del proprio settore. Permettono una solida visione degli scenari futuri grazie al capitale umano che alimenta la realtà aziendale tramite competenze nuove e in costante aggiornamento. Inoltre, la forte spinta degli ultimi anni verso prodotti più sostenibili e circolari sta modificando il mercato del lavoro che richiede specifiche figure professionali che possano rispondere a queste sfide.

Formazione e ricerca scientifica sono cruciali anche per questo aspetto poiché permettono di creare queste nuove figure professionali sempre più richieste dalle imprese. Le imprese, già oggi, sono limitate nel proprio percorso verso una sempre maggiore sostenibilità dei loro processi produttivi proprio dalla mancanza di personale specializzato”.

Come sta affrontando Stamplast questa transizione?

“Uno dei vantaggi di GreenDecision è di avere la possibilità di collaborare con studenti della magistrale e del dottorato in Scienze Ambientali presso l’Università Ca’ Foscari Venezia. Questo è per esempio il caso del gruppo di lavoro che supporta Stamplast composto da Anna Carlesso, studente di dottorato, Arianna Livieri e Michele Molin, neolaureati in Scienze Ambientali. Stamplast ha organizzato un percorso di formazione per tutti i manager e quadri per diffondere questa cultura in azienda, avviando una lungimirante strategia di medio-lungo periodo”.